Ancora su stage e tirocini…

CONCORRENZA_FORZA-LAVOROAncora una volta la montagna potrebbe partorire il topolino o forse subirà solo un aborto.
Già nei passati mesi, con la pubblicazione del nostro opuscolo “Il futuro che ci preparano” avevamo affrontato la questione dei tirocini e stage, alla luce dell’approvazione della Riforma del lavoro, targata governo Monti. Oggi, nel percorso di applicazione della Riforma, assistiamo all’apertura di una seconda fase.
Infatti, dopo le roboanti parole del Ministro Fornero scagliate contro gli stage non retribuiti, il 24 gennaio 2013 sono state approvate le linee guida in materia di stage e tirocini dalla Conferenza Stato-Regioni che, appunto, decreterebbero la fine dei tirocini gratuiti, fissando l’entità del rimborso spese! … No, non abbandoniamoci a troppi entusiasmi e cerchiamo di fare chiarezza (per quanto sia possibile farla) su quanto è stato deciso.

1) Oggetto di questa rivoluzione (!) sono tutti i tirocini, esclusi quelli curriculari (cioè previsti all’interno del percorso scolastico o universitario), di specializzazione e di praticantato; insomma, sono esclusi circa la metà degli stage avviati in Italia, quindi circa 250mila su 500mila totali.
2) L’obbligo di pagamento (per le categorie di tirocinio previste) non é automatico, infatti le linee guida approvate la scorsa settimana non hanno forza di legge, ma dovranno quindi essere recepite attraverso la disciplina legislativa regionale entro 6 mesi, se ciò non dovesse essere fatto …tutto resterà come prima.
3) Le Regioni si manlevano da ogni responsabilità sulle categorie di tirocinio escluse, non di loro competenza… ma che lo Stato ben si guarda da considerare in maniera altrettanto scandalizzata sfruttamento gratuito!

Detto questo, comunque, i “fortunati” potranno bramare un contributo spese pari a …. TRECENTO EURO LORDI! Ebbene sì, ci si potrà permettere proprio una vita da nababbi con salari di questo genere! Non sappiamo bene dove tutti questi magnanimi signoroni vivano, ma per come dobbiamo vivere noi con una cifra del genere non ci pagheremmo nemmeno una stanza in affitto.
Un ulteriore aspetto poi ci preme sottolineare: i limiti temporali imposti ai tirocini. Si tratta, infatti, di un massimo di 6 mesi per i neolaureati/diplomati, 12 mesi per i disoccupati/inoccupati e 24 mesi per i disabili. Insomma, meno giovane sei, più problemi di salute hai, più possiamo sfruttarti a lungo e per un pugno di mosche.
Se consideriamo ancora che nel 2010 solo il 12,3% degli stage è sfociato in un contratto di lavoro e solo il 10,6% nel 2011, abbiamo il quadro complessivo della situazione.
Ancora una volta vogliono farci credere che stiamo conquistando, a fronte di molte perdite, un nuovo diritto. A noi, questo, più che un diritto sembra non solo una presa in giro, ma un ulteriore peggioramento delle nostre condizioni di vita, l’ennesimo strumento nelle loro mani per frammentare sempre di più la classe lavoratrice, creando una forte concorrenza tra i tirocinanti gratuiti, quelli a 300€, gli apprendisti e i co.co.pro e quelli che possono vantare un contratto a tempo indeterminato. Ancora una volta, nel nostro continuo tentativo di collegamento delle mobilitazioni studentesche con quelle della classe lavoratrice, la battaglia sul tirocinio diventa elemento di ricollegamento e di ponte assolutamente fondamentale, su cui nei prossimi mesi dovremo lavorare, tanto davanti le facoltà, quanto sui posti di lavoro.

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